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The Ginger Bowl

Energy Management – Part 1.

in Pranayama, Yoga on 02/13/19

Questo è il primo di una serie di tre articoli atti ad approfondire in termini scientifici, le tecniche di respirazione alla base della pratica Yoga. Chiameremo questo gruppo di articoli, Energy Management.

 

 

Pranayama, l’importanza del respiro nella pratica della vita.

Tradizionalmente parlando, con pranayama si intendono l’insieme delle tecniche di controllo e gestione del respiro, in tutte le sue fasi (inspiro, espiro e apnea).

Ovviamente cercare di smembrare la funzione e l’esercizio del respiro dalla pratica fisica e meditativa, sarebbe come considerare il nostro corpo come la somma di organi, ossa, muscoli etc, e non come la totalità di tutto questo.

Dal modo in cui respiriamo (o spesso non respiriamo), si evince moltissimo circa stile e qualità della vita di una persona; è infatti possibile capire dove vive, quanta e che attività fisica svolge, livello di stress accumulato e tipologia di stress stesso.

Dall’altro canto, semplicemente attraverso un consapevole utilizzo del respiro, è possibile apportare delle considerevoli migliorie alla nostra vita quotidiana, al modo in cui ci muoviamo, mangiamo, dormiamo e persino reagiamo alle circostanze.

La maggior parte degli umani respira circa 15 volte al minuto e circa 21.000 volte al giorno. La respirazione è uno dei processi più vitali del corpo. Il nostro respiro alimenta ciascuna delle nostre cellule e influenza il funzionamento del nostro cervello. La respirazione è il combustibile che consente al corpo di bruciare ossigeno e glucosio, che a sua volta è il carburante che alimenta ciascuna delle nostre contrazioni muscolari, i processi mentali e le secrezioni ghiandolari. È intimamente connesso alla nostra esperienza di essere umani.

Per quanto vitale sia porre attenzione al respiro, mentre ci muoviamo all’interno dei nostri giorni, impegni, esistenze, il nostro respiro è spesso trattato in modo superficiale, qualcosa di cui scordarsi,  usando solo una piccola percentuale della nostra reale capacità polmonare. Questo priva il corpo di ossigeno e limita il flusso di Prana, energia vitale, il che tradotto sta a significare che spesso e volentieri, auto sabotiamo la possibilità di vivere meglio e più in salute.

 

Yoga e Respiro

All’interno della pratica dello Yoga, “respirare” significa tutto; imparare a portare l’attenzione al respiro è il primo strumento per concentrarsi.

Riportare l’attenzione al respiro, è l’unico modo per imparare ad essere presenti.

La nostra mente è abituata ad avere su di noi un potere maggiore di quanto dovrebbe; obbligarci ad osservare il modo in cui il corpo si supporta, e al contempo ci parla attraverso l’inspiro, l’espiro, le apnee, le sensazioni gradevoli o sgradevoli che insorgono durante i cicli di vita del respiro, diventa un gesto di amore assoluto verso noi stessi, oltre che una potente meditazione.

Una volta che si inizia a diventare consapevoli del nostro respiro, e si riporta questa tecnica nella pratica fisica dello yoga (asana), a poco a poco scopriamo quando sia il respiro stesso a governare il ritmo e l’intensità del movimento, e non il contrario.

In questa fase, inizialmente sembrerà complicato coordinare la corretta esecuzione delle asana con il ritmo del respiro, ma niente paura, è come guidare la macchina; mano a mano che si diventa esperti, non dobbiamo più pensare a frizione, freno, acceleratore e marce. Più acquisiamo dimestichezza e più la guida stessa si affina, diventando alle volte un qualcosa che addirittura ci contraddistingue. 

Successivamente passiamo ad un livello di comprensione e di capacità di utilizzo del respiro vero e proprio: il respiro e le tecniche di respirazione, divengono lo strumento per indirizzare le energie all’interno del corpo, da sopra a sotto e viceversa, da dentro a fuori e viceversa, a vari livelli di substrato di tessuti, organi interni,  aree del corpo, punti e canali energetici.

Ed è a questo punto che pranayama (tecniche di respirazione), e prana (energia vitale), si congiungono, o per lo meno ne diventiamo profondamente consapevoli. 

Il rapporto tra noi e l’energia vitale di tutte le cose del mondo, è presente in noi dal primo respiro che emettiamo già dentro il corpo di nostra madre, e rimane con noi fino al giorno in cui per l’ultima volta inspiriamo ed espiriamo. 

 

Prana, Biologia e Scienza.

Prana è essenzialmente la qualità intrinseca del “movimento” che attraversa ogni cosa.

Che sia il battito di un occhio, o il cadere di una stella, Prana è ciò che rende possibile il fatto stesso di esistere.

La parola Sanscrita non trova in nessuna lingua una tradizione realmente adeguata; il Sanscrito infatti, non crea parole per descrivere qualcosa, ma è la parola stessa a rappresentare il suono che l’oggetto occupa nello spazio, a livello elettromagnetico.

Energia, è la traduzione più comunemente utilizzata, ma limita immensamente il senso di Prana; questa parola vuole riferirsi alla qualità di “essere in vita”. 

Gli Yogi videro per primi l’intero universo come un’entità “pulsante di vitalità”: essi lo chiamarono poi Shakti, o Prakriti, il principio cosmico femminile della creazione. 

Ad avvalorare questo Dogma, che nella Tradizione Yoga è considerata fondamento da millenni, una recente scoperta scientifica, costata milioni dollari; la Teoria della Particella di Dio, o “Bosone di Higgins”.

Non sono solo ”le cose” a questo mondo, ad essere create ed irradiate da energia, ma gli spazi stessi tra queste cose, sono ugualmente vivi ed elettrificati.

Tutto letteralmente “nuota” in un Oceano di Prana, è ovunque, dentro e fuori ad ogni cosa, e se provassimo a separarlo in una qualche maniera, l’intera fabbrica della creazione collasserebbe. 

La vita, semplicemente non esisterebbe.

Immagina il vento.

Non puoi vederlo ma ne percepisci l’esistenza attraverso il movimento delle foglie degli alberi.

Pensiamo alle ciglia nasali ad esempio: recettori olfattivi che mandano messaggi al cervello e attivano aree relative alla memoria a breve e lungo termine. 

Ciò che ci piace, che non ci piace, incuriosisce: odori e memoria hanno quindi a che e fare con le sensazioni, che spesso scatenano emozioni legati a ricordi inconsci.

Questi processi prendono il nome di patterns, programmi all’interno del nostro sistema nervoso centrale. 

Reagiamo o rispondiamo a questi schemi, senza essere consapevoli a pieno di cosa ci spinge verso un esperienza o lontano da essa.

La Mente da sola non è in grado di comprendere questi segnali: bisogna imparare a capire il linguaggio del corpo e la natura dell’energia vitale.

 

 

Energia e Ambiente

La qualità del respiro è strettamente connessa alla qualità dell aria che respiriamo.

Spazi aperti e freschi, portano naturalmente il corpo a respirare profondamente; spazi chiusi ed inquinati ci portano automaticamente ad accorciare il respiro, ad inalare meno energia, a ripiegare su noi stessi.

In quelli che definiamo luoghi dove respirare aria buona, l’atomo di ossigeno è composto da 8 protoni al suo interno, con carica positiva, ed 8 elettroni che “gli girano attorno”, con carica negativa. 

Quando l’aria è pessima, l’atomo perde un elettrone, i radicali liberi intaccano il livello di vitalità dell’energia che fluisce ed influisce immancabilmente, in modo diverso attraverso di noi.

 

Pranayama e Mente

Una mentre calma e stabile è particolarmente importante ai fini della vita quotidiana. 

Crediamo erroneamente che sia il controllo della mente a renderci efficienti: ma è il controllo del respiro che ci permette di gestire l’energia, ed è l’uso consapevole dell’energia che ci permette di operare al meglio.

Una mente calma e stabile dunque, è il primo passo verso questo risultato. 

Una mente calma e staile è anche particolarmente importante durante gli esercizi di Pranayama.

Una mente stabile,  crea un “contenitore” stabile all’interno del quale Prana non solo può essere coltivato o racchiuso, ma può scorrere ove necessario. 

Si pensi ad un bicchiere di acqua: senza il bicchiere, l’acqua si riverserebbe dappertutto senza essere bevuta. 

Col bicchiere, l’acqua viene contenuta, ed anche pieno fino all’orlo, il bicchiere resta immobili. 

Il vetro è la nostra mente, l’acqua è il nostro Prana.

Gli effetti di una scarsa o eccessiva respirazione, possono essere estremi e pericolosi per il sistema nervoso.

Ed è proprio sul sistema nervoso che concentreremo l’attenzione dei prossimi articoli relativi all’Energy Management. 

Quali aree del cervello sono coinvolte, che risonanza hanno sul corpo, quali tecniche utilizzare e che energie possiamo controllare, gestire e indirizzare.

La qualità dell’energia che coltiviamo è determinata dalla qualità della consapevolezza che abbiamo di essa, e per essere consapevoli , dobbiamo riuscire ad accedere al momento presente, attraverso il respiro.

Se la pratica del pranayama è fatta con una mente instabile, andremo ad incrementare stress, ansia ed agitazione.

Al contrario, se ci muoviamo metodicamente attraverso la pratica, con una mente che è stabile, svilupperemo potere e  capacità di raggiungere concentrazione e mantenere la calma. 

 

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