Nei primissimi Sutra di Patanjali, il quinto principio di comportamento di 10, sui quali si forgiano le fondamenta per raggiungere Samadhi, è Aparigraha, la Semplicità.
Definizione
La definizione dichiara: “Sii moderato nel consumo e nel godimento dell’esperienza esterna. Una persona spirituale vive modestamente, all’esterno, ma è estrtemamente ricca al suo interno. Uno Yogi non impiega la sua energia dirigendola verso l’esterno, ma vive in modo così pacifico da volgere se stesso totalmente all’interno e purificando anche il proprio corpo. Un giorno, esso vivrà risiedendo stabilmente nella luce.”
Tutto ciò acquista un senso pratico man mano che si progredisce nella pratica, diventando noi stessi i veri ed unici racconta storie del nostro stesso percorso; non esiste infatti alcun manuale o testo che sostituisce l’esperienza di lasciarsi assorbire totalmente dalle scelte fatte e dalle conseguenze. Ma è anche il lato emozionante di questa vita.
C’è un aspetto di Aparigraha che trovo estremamente attuale, non solo per la sua importanza a livello di principio etico, ma anche per l’altro lato della medaglia, e cioè l’uso improrpio: la gratitudine.
Capacità Innata
Essere grati è una capacità innata di cui ogni essere è dotato: lo sono gli umani e gli animali, per empatia e spirito i sopravvienza, le piante per senso di collaborazione ed unità.
Lo sono le tempeste quando dopo aver montato a lungo finalmente si scaricano, e l’odore che c’è nell’aria è pura leggerezza.
Lo sono gli Oceani, , nei loro cicli e nelle maree.
La gratitudine è un onda elettromagnetica che viene prodotta, riconosciuta e riscontrata come parte integrante delle fondamenta di questa terra. Ma facendo un passo indietro, cosa accade se ci fermiamo a pensare per un momento a questo concetto inserito nel mondo di tutti i giorni?
Sistemi
Troviamo questo concetto alla base di sistemi tradizionali quali le religioni, le dottrine pratiche come lo Yoga, per alcuni aspetti la psicologia sociale e la psicopedagogia, e sicuramente correnti di pensiero pseudo filosofiche, o mode. Si impara e si insegna che la gratitudine “deve essere provata”, spiegandone le ragioni ed i motivi all’interno di uno schema di giusto-sbagliato. Dobbiam essere grati a Dio per la vita, dobbiamo pronunciare Namaste a fine classe yoga, dobbiamo provare empatia per il gruppo che ci rappresenta socialmente, e sui social, “Good Vibes” è sempre in voga.
Queste, tutte queste, senza entrare troppo nel merito, sono esempi di come il principio dell’esser grati sia quasi dato per scontato: “certo che sono grato per tutto quello che ho, sono fortunato, ringrazio sempre e più ringrazio più sento di essermelo meritato”.
Nessuno ci insegna che tutto questo giorno dopo giorni diviene meno autentico e per questo più estremizzato, in ultima istanza sfocia dalla parte opposta delle barricate, trasformandosi in accidia ed avarizia.
Accidia e Avarizia
E’ uno strano circolo vizioso. . .
Ci annoiamo, anche se le nostre giornate sono piene: ci riempiamo occhi, bocca e agende con attività che ci fanno sentire “impegnati”. Non siamo bravi lavoratori se non passiamo almeno 10 ore in ufficio. Non siamo genitori sufficentemente presenti se non conosciamo alla perfezione ogni cosa dei nostri figli, dal colore della cacca fino ai piu intimi pensieri, intenzioni, oscure tendenze; dobbiamo evitargli la sofferenza più possibile, dobbiamo dare, togliere, premiare, punire. . .
Dobbiamo.
Dobbiamo essere in grado di parlare di qualsiasi argomento, postare in tempo reale ogni accadimento. Diciamo di non avere tempo, ma rendiamo la vita un esperienza schiava del tempo. Eppure, ci annoiamo, e lo facciamo sempre più velocemente.
L’essere umano è biologicamente programmato alla sopravvivenza della specie; quando l’ambiente che scegliamo, ci creiamo, o ci troviamo attorno, non fa che comunicare un continuo stato di alletra, attraverso il consumo eccessivo di tempo nel tempo, il respiro di accorcia, il corpo si irrigidisce. . . abbiamo la sensazione di stare invecchiando precocemente, anche se l’età media si alza.
E la ragione per cui abbiamo questa sensazione, è perchè effettivamente stiamo invecchiando precocemente: stiamo bruciando troppo ossigeno, stiamo bruciando troppe tappe, stiamo forzando il naturale corso della vita, e della natura, spesso non permettendole di fluire.
E diventiamo sospettosi. . . invidiosi. . . allerta.
La sensazione di “stare perdendo”, che tutto scivola dalle dita, tempo, soldi, esperieze, di non poter controllare tutto, innsesca un meccanismo di attaccamento spesso inconscio; ed in questo meccanismo, non sono inclusi solo beni materiali, o tempo fisico, ma anche valori.
Così si passa velocemente da un “esser grati” a un “devi essermi grato”.
Una mia amica ha la tendenza a condividere esperienze di vita, per poi classificare ciò che di buono ne viene sia per lei che da lei, come un “mi piace pensare che è anche un pò grazie a me se hai avuto modo di vivere questo”, o “mi piace pensare che senza di te non sarei mai arrivata a scoprire quest’altro”.
Non vi è un intenzione negativa in tutto questo, per lei è naturale mettere in ordine le cose in questi termini: come si fa con un guardaroba, o un cassetto. . . o come si fa per arredare una casa. . . per poi guardarla ogni giorno, la casa, il cassetto, il guardaroba, e non sapere cosa farene con tutto quest’ordine.
Flow
Quando si è grati per qualcosa, verso qualcuno, o per qualcuno, è importante prenderci il tempo necessario per comprendere che intimamente, questo sentimento non appartiene a noi, come non appartiene al veicolo, esperienza o persona, che ci ha guidato verso quello stato di gioia, amore, e cuore aperto.
Saremmo arrivati allo stesso punto, attraverso un altra strada, e lo stesso per le persone che ci sono riconoscenti per aver fatto da tramite verso una scoperta, una gioia, o un valore. Sarebbero arrivati alla stressa conclusione attraverso un altra strada. E’ di fatto il fluire della vita, il suo soffio. . . più evitiamo il nostro sentiero, il Dharma, e più sarà dura l’esperienza del risveglio, ma questo non vuol dire che non accadrà prima o poi.
La gratitudine è un sentimento che, quando espresso pienamente e pienamente compreso, si autoalimenta in modo circolare. Siamo grati per cio che abbiamo, per cio che avremo e che non avremo, e grati a chi ci sarà grato, per essere stati di aiuto.
Non esiste nessun altro modo di godere a pieno di una qualsivoglia esperienza, se non nella completa capacità di non cedere all’attaccamento.
“Simplicity is the ultimate sophistication”
Leonardo Da Vinci
Lascia un commento